Home Culture Houaida Sekri: "L'azione umanitaria non è una scelta, ma un dovere"

Houaida Sekri: « L’azione umanitaria non è una scelta, ma un dovere »

Nel tranquillo scenario di Lugano, nel sud della Svizzera, una tunisina ha scelto un impegno assoluto. Houaida Sekri, originaria di Meknassy nel governatorato di Sidi Bouzid, dedica tutte le sue energie ad aiutare i bambini di Gaza. Dopo diciotto anni trascorsi in Svizzera, questa esperta in salute e cosmetica ha fondato nell’agosto 2024 l’organizzazione « Almalayika Svizzera » (Gli Angeli – Svizzera), dedicata all’emergenza umanitaria nell’enclave palestinese.

« L’umanitario non è una scelta, è un dovere »

« Almalayika non è una semplice associazione, è il riflesso di una convinzione profonda », spiega Houaida Sekri. « Non milito per nessun partito, solo per i bambini sepolti sotto le bombe a Gaza. » Il suo impegno supera confini e differenze. Nonostante la scarsa presenza araba nel Canton Ticino, la sua organizzazione è riuscita a creare un vero ponte umanitario tra la Svizzera e Gaza.

Azioni concrete sul campo

Le iniziative di « Almalayika » sono molteplici e mirano ai bisogni più urgenti. L’associazione distribuisce pacchi alimentari alle famiglie in difficoltà, organizza adozioni a distanza per gli orfani e lavora alla costruzione di scuole per garantire la continuità educativa nonostante la guerra. Di fronte alla carenza di acqua potabile, vengono organizzate distribuzioni regolari. L’organizzazione offre anche giornate mediche gratuite per i bambini, prime vittime del conflitto.

Ampliare la rete di solidarietà

Oggi, Houaida Sekri sta lavorando a un nuovo progetto in collaborazione con un’ONG con sede a Ginevra. Il suo obiettivo è chiaro: creare una rete di solidarietà ancora più ampia ed efficace. « Invito tutte le associazioni a unirsi a noi », dichiara. «  »Aiutate i bambini di Gaza »

Un impegno costante e silenzioso

A differenza di alcuni attivisti dell’ultimo minuto, l’impegno di Houaida Sekri è costante e profondo. Incarna quella gioventù tunisina espatriata che, senza rinnegare le proprie radici, combatte per cause giuste. « La nostra missione non si limita a fornire cibo o acqua », sottolinea. « Si tratta di ridare speranza, di permettere a questi bambini di ritrovare una vita dignitosa. »

Il suo credo risuona come un appello: « L’infanzia non deve essere sepolta sotto le macerie. » Una frase che da sola riassume l’essenza della sua battaglia.

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